domenica 27 ottobre 2013

L'EUROPA E L'ANTICO REGIME

L'ANTICO REGIME 

cos'è l' antico regime ?

Con l'espressione antico regime si intende il tipo di società  che , dal XIV  al  XIX secolo, caratterizzò l'Europa . Coniato dai rivoluzionari francesi , l'espressione si riferisce al sistema che essi volevano abbattere. Dunque con antico regime  si indica la società francese nel suo complesso , caratterizzata :
-dall'autorità di un sovrano assoluto alleato con una Chiesa intollerante ;
-dal diritto fondato sulle diseguaglianze di nascita , che tutelava i privilegi della nobiltà e del clero e non                     riconosceva il valore del merito e della riconoscenza.
-da un ordinamento oppressivo che imponeva ai contadini le servitù personali e che in generale le schiacciava        
 i sudditi sotto il peso delle tasse .

Tra il 1300 e 1700 la popolazione aumenta solo del trenta percento  portando stabilità demografica .
Questa stabilità è causata dal'alternarsi di fasi di crescita e crisi , l'aumento della popolazione è contrastata da catastrofi demografiche (guerre, carestie ed epidemie ) e causata dal matrimonio tardivo che riduceva il periodo dell.unione feconda e quindi il numero delle nascite.

La società era estremamente giovane e questo era dovuto alla breve durata della vita media causata dalle pessime condizioni igienico sanitarie, fame, malattie e lavoro che rendevano estremamente limitata la durata media della vita ( 34 anni per le donne e 28 per i maschi) particolarmente elevata era la mortalità infantile.

Una società rurale 

L'antico regime era una società rurale circa l'85 per cento della popolazione viveva in campagna e l'agricoltura deteneva una assoluta centralità produttiva. Il vincolo dell'economia era costituito dalla disponibilità di terra.L'unico modo per aumentare le risorse fu dunque quello di ampliare la superficie coltivata le rese agricole danno un'immagine estremamente chiara della bassa produttività del lavoro.
La scarsa produttività del lavoro consentiva a una limitatissima quota della popolazione di vivere del lavoro altrui, anche i vecchi i bambini e le donne si sottoponevano a giornate lavorative.
Il peso dell'industria era marginale, rappresentata dalla bottega artigiana o dal lavoro a domicilio. Le grandi imprese erano poche controllate dallo Stato o dai finanzieri che spesso acquisivano le loro fortune con il commercio a grande distanza. Proprio in questi settori però andava formandosi l'economia moderna.



Durante l'antico regime l'immobilità dei villaggi rurali si contrappose alla vitalità delle città. La lentezza dei messi di trasporto ingigantiva le distanze isolando le comunità rurali le quali rimanevano estranee alle innovazioni economiche e sociali. I villaggi cercavano l'autosufficienza affidandosi all'autoconsumo e al baratto. Le città ospitavano una percentuale minima della popolazione tuttavia al loro interno si trovavano i centri di controllo delle più  importanti funzioni politiche economiche culturali e militari. Maturarono le innovazioni economiche e sociali  che segnarono il passaggio all'età contemporanea


LE GERARCHIE SOCIALI

Ciò che caratterizzava la società dell'antico regime era il non riconoscimento del principio dell'uguaglianza giuridica. La legge sanciva formalmente i privilegi che suddividevano la società in ordini.
La società era divisa in tre ordini : il primo il clero che doveva pregare per la società e amministrare il culto divino. Il secondo era la nobiltà che aveva il compito di garantire la difesa attraverso l'esercito delle armi e il terzo che comprendeva il resto della popolazione doveva lavorare per garantire all'intera comunità i mezzi di sussistenza.






La nobiltà deteneva il primato sociale la sua potenza  era fondata sul controllo della terra. Al nobile era vietato lavorare e commerciare e doveva vivere delle rendite senza curarsi del denaro ciò portò molti nobili alla rovina questi però continuavano a godere dei privilegi.














La borghesia doveva la sua fortuna agli affari e alle professioni liberali. e i suoi ideali erano legati allo spirito di profitto all'imprenditorialità alla dedizione professionale e alla gestione del patrimonio.







LO STATO

Tra il dodicesimo e il quindicesimo secolo il potere sovrano fu subordinato al rispetto dei privilegi degli ordini  e le monarchie feudali erano caratterizzate da un contratto tra sovrano e società il clero, la nobiltà e il terzo stato accettavano di sottomettersi alla volontà del re. Il re era una specie di supremo magistrato e non poteva introdurre nessuna innovazione di rilievo senz ail consenso dei sudditi successivamente però i sovrani rigettarono questo ruolo e rivendicarono il potere assoluto ( che significa ab solutus cioè. sciolto dal rispetto della legge). L'assolutismo significò che il re si rifiutava di essere solo garante di diritti acquisiti e pretendeva di essere il principio di ogni legalità respinse quindi la formula medievale " la legge fa il re" (è la legge a limitare e fondare il potere del sovrano) e adottò la legge assolutistica "il re fa la legge". La monarchia assoluta si affermò in Europa dopo la guerra dei trenta anni e fu la forma di stato tipica dell'antico regime.

La rivoluzione francese contrastava questa concezione affermando che la sovranità deriva dall'insieme di individui che formano la nazione.


APPROFONDIMENTO:


Il Re Sole e l'assolutismo
L'Immagine di un dio


Il dio sole (o divinità solare), è una divinità che rappresenta il sole o un suo aspetto. Persone ne hanno continuato il culto per tutta la storia, tanto che molte credenze sono sorte attorno a questo culto. Il culto del sole originò probabilmente l'enoteismo e in ultima analisi il monoteismo.

Luigi XIV, lo Stato sono io
Con l’eccezione della monarchia costituzionale inglese e di alcune repubbliche, la forma politica prevalente nell’Europa dell’Antico Regime fu la monarchia assoluta. Tuttavia, il potere dei monarchi non fu mai veramente assoluto, perché rimase soggetto a leggi e consuetudini e perché spesso oggetto di contrattato con corpi intermedi (stati, diete, parlamenti, città) che rappresentavano gli interessi dei diversi ceti.
La Francia di Luigi XIV è considerata per antonomasia il modello di assolutismo realizzato. La politica del sovrano è accentrata nel rafforzamento dello Stato e del potere personale del Re. Entrambi gli obbiettivi erano identificati l’uno con l’altro. “Lo stato sono io” era solito ripetere il Re Sole. La natura del potere del sovrano derivava direttamente da Dio, Dio solo aveva la facoltà di giudicarlo, i sudditi erano obbligati ad obbedire.

Politica interna
  • Affermare il potere sovrano sopra ogni altro
  • centralizzazione del potere nella figura del Re
  • centralismo amministrativo (intendenti)
  • censura e polizia
  • mecenatismo
  • controllo sulla grande aristocrazia
Luigi XIV si circondò di una stretta cerchia di consiglieri alle sue dipendenze, scelti per il proprio merito e spesso appartenerti ai ranghi della borghesia. Tra questi assunse un ruolo via via sempre maggiore Jean Baptiste Colbert, i cui incarichi spaziavano dalle finanze alle opere edilizie. Contro gli oppositori del regime monarchico si dotò di un corpo di polizia, incurante dei diritti giuridici delle persone.
E’ reintrodotto il corpo degli Intendenti, allora creato da Richelieu. Un corpo di funzionari il cui compito era controllare l’operato degli addetti all’amministrazione, del Parlamento di Parigi, dei capi militari e dei governatori delle Province.
La nobiltà di spada e di sangue è obbligata a presiedere a corte, nel lusso della Reggia di Versailles. Versailles fu la massima espressione di Mecenatismo di un sovrano. Il sovrano si circondo di scienziati e personaggi di cultura. Nascono le prime accademie in tutto il territorio francese.
Le grandi famiglie aristocratiche sono costrette a rinunciare a molte delle proprie prerogative politiche. Cominciò così a delinearsi quel centralismo politico e amministrativo che rappresenta ancor oggi un tratto peculiare del sistema istituzionale francese.
Politica religiosa
  • Garantire l’uniformità religiosa all’interno dello Stato
  • repressione del Giansenismo
  • revoca dell’editto di Nantes e persecuzione degli Ugonotti
  • supremazia del sovrano sulla Chiesa francese, autonoma da Roma (gallicanesimo)


Un punto cardine della politica di Luigi XIV è incentrato sulla religione. Il clima di tolleranza religiosa garantito con la pace di Nantes da Enrico IV nei confronti degli ugonotti (calvinisti francesi) durò ben poco. Luigi XIV si mosse nella direzione opposta, mirando ad uniformare il paese sotto un’unica religione: la religione cattolica. Si impegna nel perseguire tre obbiettivi principali:
  • lo sradicamento del giansenismo Il Giansenismo è un movimento che prende piede nella Francia del primo Settecento dalle parole di Giansenio. Predica il valore del culto interiore, privato degli sfarzi e dei giochi di potere del cattolicesimo.L’uomo nasce corrotto ed è quindi destinato ad agire nel male; senza la grazia di Dio l’uomo può solo che peccare. La Bolla Unigenitus, emanata dal Papa su richiesta dei Gesuiti e dello stesso Luigi XIV, danneggia gravemente l’ordine religioso.
  • l’estirpazione del calvinismo ugonotto Gli Ugonotti rappresentavano il principale ostacolo all’uniformità religiosa in Francia. Luigi XIV per convincere gli Ugonotti a convertirsi utilizzo mezzi spesso discutibili, come la privazione ad aderire a cariche pubbliche, la corruzione con somme in denaro e le minacce con i soldati. Quando la persecuzione dei calvinisti è ufficializzata con l’editto di Fantainbleau che revoca l’editto di Nantes, in molti abbandonarono il Paese, malgrado il divieto, causando così numerosi posti vacanti.
  • l’affermazione dello Stato sulla Chiesa La chiesa gallicana – francese –  riconosceva al sovrano il diritto di controllare la Chiesa francese attraverso l’elezione dei Vescovi. Tale presa di posizione incontrò una forte opposizione del Papa Innocenzo XI. Lo scontro tra le sue massime autorità temporale e politica trovò sfogo nella Dichiarazione dei 4 Articoli, che ribadiva il diritto della nomina dei vescovi da parte del Sovrano. Solo formalmente i legami tra il Papa e la chiesa gallicana furono rinsaldati.


Politica economica
  • Accrescere la ricchezza nazionale (mercantilismo)
  • riduzione delle importazioni
  • sviluppo delle esportazioni
  • sviluppo della flotta commerciale
  • controllo pubblico sulla produzione manifatturiera
In campo economico, Luigi XIV sostenuto da Colbert, promosse un’economia  di tendenza mercantilistica. Scoraggia l’importazione di merci provenienti dall’estero e viceversa accentuo la produzione industriale nazionale, soprattuto nel campo degli articoli di lusso. Migliorò il sistema della raccolta fiscale, allora in appalto a cittadini privati detti appaltatori, per scoraggiare l’evasione fiscale.
Politica estera
  • espandere la Francia in Europa e in campo coloniale
  • rafforzamento dell’esercito
  • rete di piazzeforti
  • sviluppo della marina militare
  • guerre di egemonia
  • controllo sulla grande aristocrazia
La politica estera e militare intrapresa dal sovrano portò con se una intensa e dispendiosa opera di rafforzamento militare che verteva nei seguenti seguenti punti:
allargare i confini dello stato ed imporre la propria supremazia in Europa
rafforzare la presenza francese in campo coloniale e nei commerci mondiali
Ai confini della Francia fu costruita una fitta rete di Piazzeforti, la flotta navale e l’esercito furono ampliati.
La Francia dopo la morte di Luigi XIV La Francia alla morte del grande sovrano appariva come  una grande potenza economica e militare, con un governo forte ed accentrato; ma gravi erano anche i suoi problemi. Le rivolte delle masse popolari e l’inarrestabile dilatazione del debito pubblico sono solo alcune delle condizioni che porteranno la Francia alla rivoluzione del fine settecento.



martedì 4 giugno 2013


COMUNI ,SIGNORIE E PRINCIPATI

Tra il 1200 e il 1300 , si impose , sul piano economico politico una nuova classe sociale , la borghesia . Essa giunse presto a dividere, con l'aristocrazia , il governo delle città e ad appropriarsene. I continui contrasti e lotte tra le fazioni rivali dei Comuni portarono alla formazione delle Signorie , cioè un governo accentrato nelle mani di uno solo , la cui autorità garantiva la pace dello Stato . I signori ottenevano , dal papa o dall'imperatore il riconoscimento del loro potere , divenendo vicari apostolici o vicari imperiali . Nascono così qua e la le prime signorie d'origine comunale che vengono ad aggiungersi a quelle di origine feudale. Tra la fine del 122 e l'inizio del 1300 avvengono in Italia questi passaggi dal regime comunale a quello signorile. Fino alla morte di Federico II si erano formate solo due signorie ( quella degli ESTENSI a Ferrara e quella dei DA ROMANO nel Veneto ) poi poco a poco si espansero nella Lombardia , nel Veneto e nella Romagna la tendenza di dare il potere a un cittadino con il titolo di podestà o capitano del popolo o signore.

-Ducato di Savoia

Il ducato di Savoia Costituì con Umberto I Biancamano un importante Principato esteso sino alla Valle d'Aosta. Nel corso del XIII sec. Il centro politico ed economico si andava gradualmente spostando dal versante francese delle Alpi a quello italiano. Le strutture amministrative furono fissate durante il sec. XIV, infatti, diventa Ducato nel 1416, quando il conte Amedeo VIII ricevette il titolo ducale dall' imperatore Sigismondo di Lussemburgo. fu una provincia dello Stato Piemontese, poi di quello Sardo. Successivamente la sua dinastia governò il Regno d'Italia e fu anche titolare del Regno di Cipro e Gerusalemme. Al fondatore Umberto I succedettero inizialmente i conti di Moravia-Savoia, poi Tommaso I; da questo la dinastia si divide in più rami. i discendenti maschi sfociarono nella spartizione dei possedimenti famigliari, promossa da Amedeo IV
che investì il fratello Tommaso II della signoria feudale sul Piemonte iniziando la separazione tra i domini cisalpini e i transalpini, che durò fino al 1418.succedette il figlio Bonifacio I, che regnò per poco tempo e dal quale il potere passò in mano a Pietro II. Nel 1268 a Pietro II succedette un altro fratello, Filippo I, alla cui morte prese il potere Amedeo V. Diede a Ludovico I il feudo di Vaud e una parte del Piemonte al nipote Filippo I di Savoia-Acaia.
Tra la fine del XIII sec. e l'inizio del seguente i domini sabaudi si estesero notevolmente grazie ad Amedeo V e al nipote.

Ducato di Milano : Sforza e Visconti

1351-1402 Gian Galeazzo Visconti diventa duca di Milano e si dedica ad espandere territorio con parte del Piemonte, del Veneto e dell’Emilia, Pisa, Assisi, Spoleto e Perugina. Alla morte di Gian Galeazzo salgono al potere Sforza. L 'attribuzione “Sforza “ si deve ad Alberico da Barbiano , che sostituirà il vero cognome agli eredi . Suo figlio Francesco continuerà con molti suoi fratelli l'avventura paterna riuscendo a raggiungere il massimo traguardo per un condottiero : una signoria per se e per i suoi eredi , diventando signore dello stato italiano . Una figura interessante è quella di Muzio , il si porterà per tutta la vita il termine “Sforza” il quale deriva però dalla forza eccezionale ( si racconta che riuscisse a raddrizzare un ferro di cavallo con la sola forza delle mani ).


Repubblica di Venezia :

oligarchia governa forte del commercio e predominio sulle terre circostanti.








Repubblica di Firenze :

Iniziò per Firenze la Signoria di un’unica famiglia ,la famiglia Medici .Si accingeva a divenire la famiglia più ricca della città. Fu la rivalità con le famiglie più antiche e potenti di Firenze che spinse i Medici ad opporsi alla pericolosa politica degli Albizzi. Durante il tumulto dei ciompi, Silvestro dè Medici sostenne le rivendicazioni del popolo minuto, mantenendo relazioni amichevoli con esso. Quando la rivolta venne soffocata nel sangue, la famiglia Medici non prese parte alla repressione. Favoriti da questa loro neutralità, essi inviarono propri seguaci a promuovere tra i ciompi un’agitazione a favore della propria famiglia, in modo tale che il nome dei Medici divenne presto molto popolare fra la plebe e le arti minori, popolarità sostenuta anche dalle cospicue elargizioni di beneficenza che la famiglia aveva cura di fare nei momenti nei quali più grave era il disagio popolare. Con il grande favore popolare raggiunto, i Medici si apprestavano alla loro ascesa alla Signoria.
1428 tenta di espandersi, ma viene battuta da Milano e Venezia. Popolo è scontento della guerra. 1434 Cosimo de’ Medici prende potere assoluto grazie alla sua ricchezza e appoggio di famiglie influenti. Non sovverte la repubblica, ma la controlla con elezione di persone a lui fedeli. Nel 1478 congiura dei Pazzi uccide Giuliano de’ Medici nipote di Cosimo. Sale al potere Lorenzo de’ Medici detto il Magnifico famoso per aver contribuito al Rinascimento e allo sviluppo culturale della città.

-Stato della Chiesa

Nel Trecento, nel corso dello scontro tra il papato e la monarchia francese, il papa vide fortemente minacciata la sua supremazia universale. Per volontà del re di Francia la sede papale fu addirittura trasferita ad Avignone in territorio francese e l'autonomia del papa fortemente compromessa. Fu riportata la sede a Roma .Al rientro della sede papale a Roma nel 1377, papa Gregorio XI poteva prendere possesso di uno Stato che comprendeva l'intera Italia centrale e che, al di là degli evidenti limiti di fragilità finanziaria, militare e politica, aveva già posto le basi per lo sviluppo di uno Stato centralizzato. Il Papa gestisce il potere sul territorio come una monarchia .I Papi e i cardinale venivano per lo più da famiglie ricche . Roma divenne una sede ricca e centro rinascimentale importante.

-Regno di Napoli

Comprendeva la Sicilia , Sardegna e Napoli . Angiò battuti dagli Aragona 1442. Alfonso di Aragona è re delle Due Sicilie (Napoli, Sicilia e Sardegna). Suo figlio Ferdinando riorganizza corte, l’amministrazione e fisco, cerca di limitare potere dei nobili e appoggia comuni meridionali. Baroni (nobili) hanno troppo potere, borghesia molto debole. Monarchia forte e accentratrice.








-La pace di Lodi

Dopo i vari scontri tra i principati venne iscritta la pace di Lodi La Pace di Lodi, firmata nella città lombarda il 9 aprile 1454, mise fine allo scontro fra Venezia e Milano che durava dall'inizio del Quattrocento. L'incontro tenutosi a Lodi nel 1454 (la cosiddetta Pace di Lodi) vennero fissati i confini di ogni singolo Stato.
Secondo tali accordi, l'Italia settentrionale era suddivisa fra i 2 stati di Milano e Venezia, a cui affiancavano territori minori(il ducato di Savoia, i marchesati di Saluzzo e del Monferrato, la Repubblica di Genova , e poi le signorie di Mantova e Ferrara).
Al centro restavano Firenze, la piu piccola Siena e lo Stato Pontificio.
Al sud, il regno riunificato.
Le ragioni dei conflitti che avevano condotto alla selezione delle realtà politiche dominanti erano venute meno e si era raggiunto un assetto geo-politico destinato a durare a lungo. Inoltre ha garantito all'Italia quarant'anni di pace stabile, contribuendo di conseguenza a favorire la rifioritura artistica e letteraria del Rinascimento.





Fine Medioevo



Il Medioevo ebbe fine nel 1492 con la scoperta e la conquista dell'America .Si allargano gli orizzonti, il centro degli scambi si sposta dal Mediterraneo
all’Atlantico, decadono le città marinare italiane, aumenta la potenza delle nazioni che si
affacciano sull’Oceano e che, attirate dal miraggio di grandi ricchezze, punteranno alla
fondazione di vasti imperi coloniali. La categoria storica “medioevo” è sorta quando gli uomini hanno iniziato a rendersi conto di essere entrati in un
periodo storico nuovo, prendendo coscienza del periodo medioevale come del lasso di
tempo che li separava dall’antichità classica.
Con il Concilio di Costanza assistiamo alla nascita di una nuova Europa, quella delle monarchie
assolute che si ribellano alla guida della Chiesa romana e rivendicano la propria
autonomia. Il Concilio fu convocato su volontà dell’imperatore Sigismondo di
Lussemburgo per porre fine al grande Scisma d’Occidente che, con la contrapposizione di
tre papi gettava la cristianità nel dubbio e nell’incertezza. I Consiglio si conclude con la deposizione di Giovanni XXII e Benedetto XIII , la rinuncia di Gregorio XII e l'elezione di Martino V . Il diritto di voto, solitamente riservato agli ecclesiastici,
viene esteso anche ai rappresentanti delle università e dei poteri laici; viene poi stabilito
che il voto sia espresso non per testa, ma per nazione, sì che il papa potrà contare soltanto
sul voto della nazione italiana.

RINASCIMENTO

In particolare il Rinascimento vede il passaggio da una società di tipo agricolo e feudale a una società più urbanizzata e propensa al commercio (il passaggio da un'economia domestica e contadina, fondata sullo scambio di beni in natura, a un'economia di tipo monetario; nascono nel Rinascimento i primi sistemi bancari che convogliano il risparmio e le fortune commerciali).

Sotto questo aspetto il Rinascimento si presenta come primo nucleo di quel mondo moderno che nelle sue forme si evolverà fino a far sentire la sua presenza anche nella odierna società contemporanea: con il Rinascimento si gettano i primi semi della società borghese (ovvero si forma uno strato sociale di uomini laici che cominciano ad organizzarsi economicamente e politicamente rivendicando una propria autonomia rispetto alle strutture ecclesiastiche e rurali). La fioritura economica e culturale di città quali Firenze, Milano, Ferrara, Mantova e Venezia, contribuisce a promuovere una società più laica e mercantile destinata a sostituire gradualmente il sistema territoriale feudale a favore di una società tipicamente moderna.

In campo politico il Rinascimento vede l'affermarsi del concetto di Stato moderno, ovvero la centralizzazione e la laicizzazione del potere monarchico, nonché la nascita della riflessione politica come scienza autonoma. Le strutture politiche ricercano una maggiore stabilità e una superiore consapevolezza delle proprie finalità civili, oltre alla tendenza di accentrare i piccoli stati, siano essi marche o principati, in organismi più ampi.

-Umanesimo

Altro aspetto essenziale del Rinascimento è l'Umanesimo. Comincia a farsi strada una nuovo concetto dell'uomo: l'uomo non è più necessariamente subordinato alla verità religiosa del dogma cristiano, l'uomo si riporta al centro del mondo, riscopre la propria importanza storica, valorizza il mondo naturale entro il quale è immerso, vuole capire il mondo per piegarlo alle sue esigenze. il ritorno della piena consapevolezza dell'uomo nei propri mezzi, l'affermazione di una dignità e di una volontà umana superiore. Questa maggiore attenzione per i valori inerenti all'uomo portò alla riscoperta della classicità greca e dei testi classici nelle loro edizioni originali, non più mediate dalla cultura cristiana. L'uomo rinascimentale vedeva nella filosofia e nella cultura classica il dignitoso tentativo di indagare e giustificare la realtà per mezzo del solo contributo umano. Questa riscoperta dei classici portò inoltre a una nuova visione delle arti: la pittura, l'architettura e la scultura si impregnarono dei canoni classici dell'antichità, l'artista stesso cominciò a svincolarsi dallo stile e dai precetti artistici cristiani per seguire una più libera e personale interpretazione artistica.

-La città ideale
Una città ideale è il concetto di un insediamento urbano- progettato o solo immaginato, in rari casi messo in pratica - il cui disegno urbanistico riflette criteri di razionalità o un' impostazione scientifica , caratteri che spesso si accompagnano a una tensione ideale e filosofica, o a una forte carica utopica.

Il concetto di città ideale divenne ,soprattutto nel Quattrocento , non solo tema di dibattito teorico ma vera realtà: successe ad Urbino dove il Duca di Montefeltro tentò di realizzare la ‘città palazzo' progettata da Baldassarre Castiglione, costruendo Palazzo Ducale. Mentre l'architetto Biagio Rossetti, su ordine del Duca Ercole I d'Este, raddoppiò e razionalizzò la pianta di Ferrara, abbellendola e fortificandola, per creare un'immagine che rispecchiasse il potere politico e culturale che la città emiliana aveva raggiunto all'epoca. Ma oltre a questi due esempi più conosciuti, sono tante le città italiane che si trasformarono o furono costruite secondo i canoni di una bellezza ideale: da Palmanova, in Friuli, celebre per la sua forma stellata, ad Acaja, nel Salento, caratterizzata da una severa architettura militare rinascimentale, fino ad esempi più recenti, come La Scarzuola (TR) progettata da Tommaso Buzzi a metà del ‘900 o il Villaggio Solvay(LI), realizzato nel primo decennio del secolo scorso, raro e riuscitissimo esempio di città giardino.

-Machiavelli

Niccolò Machiavelli, nobile fiorentino, non fu soltanto un grande personaggio politico, ma fu sempre anche un grande letterato, non solo scrittore di politica e storia, anche se tale voleva essere considerato. Fin dalla giovinezza esplorò i più diversi filoni della letteratura volgare scrisse canti sboccati e vivaci, oltre a opere in cui affronta i suoi temi preferiti (fortuna, ingratitudine, ambizione, occasione) e si inserisce anche da protagonista nella discussione sulla “questione della Lingua”. Sua quella che è rimasta la più celebre commedia del Rinascimento “La Mandragola “. Scrittore e personaggio politico lo si vede impegnato in attività pubbliche dal 1498 e per quindici anni a servizio della Repubblica fiorentina . Il pensiero politico di Machiavelli si sviluppa da un’attenta osservazione della realtà nel suo concreto accadere, da cui si sforza di ricavare delle leggi universali concretamente sperimentabili. L’evoluzione del pensiero politico approda in un’immagine conflittuale dell’uomo nella storia, dove la razionalità motivata si trova sempre ostacolata dalla forza delle passioni, in un continuo e drammatico scontro con gli altri e con le cose. Machiavelli muore nel 1498 e sarà per sempre ricordato come “il Principe dei principi”.


martedì 2 aprile 2013

MONARCHIE E IMPERI NELL'EUROPA DEL BASSO MEDIOEVO

La formazione dello Stato moderno

-L'età signorile e la rinascita dello stato 
Tra il X e il XII sec. lo Stato attraversa una crisi che lo porta alla disgregazione .Per la vastità dei territori governati i sovrani  delegano le funzioni dello Stato ai feudatari, i quali prendono a comportarsi come sovrani.   
La popolazione viene assoggettata da signori , laici o ecclesiastici , che amministrano la giustizia , chiedono prestazioni militari  e riscuotono imposte . Il potere signorile rappresentò la versione locale dello Stato.
I sudditi iniziano a rivolgersi al re per veder garantiti i propri diritti, inoltre le monarchie, i principati e i Comuni iniziano a limitare i poteri dei signori : così lo Stato si rafforzò. 

-Le monarchie feudali
Le monarchie europee del XII-XV secolo (monarchie feudali) sono caratterizzate da un contratto tra sovrano e sudditi; questo contratto comporta :
- che il sovrano garantisca i privilegi dei nobili, del clero e dei cittadini;
-l'impossibilità di introdurre innovazioni senza il consenso dei sudditi, espresso in assemblee rappresentative, i  parlamenti, in cui sedeva la nobiltà, il clero e il terzo stato ( gruppi dirigenti urbani );
- la possibilità di deporre il sovrano che non rispettasse questo contratto.

-Lo stato moderno
Nei periodi di guerra il re poteva decidere senza consultare il parlamento. La guerra, che fu la condizione normale nell' Europa del XV-XVI secolo, viene dunque sfruttata dai re per accentrare il potere. L' ascesa del sovrano segnò lo stato moderno. Le caratteristiche di questo stato furono : l' accertamento del potere, che comportò lo scontro tra monarca e ceti privilegiati; la territorialità, cioè il fatto che la sovranità del re era circoscritta da un territorio limitato; la concezione patrimoniale e dinastica dello stato : lo stato era concepito come un bene di proprietà del sovrano ; l' organizzazione incentrata sulla corte, attraverso la quale il re guidava l' esercito e la burocrazia.

LA MONARCHIA FRANCESE E LA GUERRA DEI CENT' ANNI 

Nell'  XI secolo i territori dal re francese si limitavano all' area circostante di Parigi e nell' XII secolo parte della Francia sud-occidentale divenne feudo del re d' Inghilterra.
All' inizio del Trecento i sovrani francesi avevano esteso il loro controllo su due terzi del territorio nazionale e rafforzato lo stato, ma i fedi inglesi erano un ostacolo al processo di affermazione della monarchia e di unificazione. Nel 1337 la Francia e l' Inghilterra iniziarono la guerra dei cent' anni. Nel 1415, con la battaglia di Azincourt, gli inglesi si impadronirono della Francia centro-settentrionale. Carlo VII organizzò la riscossa e nel 1453 i Francesi vinsero la guerra. 

-Dopo la guerra 
La guerra dei cent' anni segnò in Francia il passaggio dalla monarchia feudale allo stato moderno nazionale.
Finita la guerra, Luigi XI cercò di raggiungere : l' unità geografica, scontrandosi con la grande nobiltà, che rimaneva potente; l' unità politica, istituendo un' esercito permanente, rafforzando l' apparato amministrativo e proseguì il tentativo di Carlo VII di trasformare la chiesa in uno strumento di governo. Alla morte di Luigi XI (1483), la Francia era una grande potenza.

LA FORMAZIONE DELLA MONARCHIA INGLESE 

- Le origini della monarchia inglese 
Nel 1066 i Normanni, guidati da Guglielmo il Conquistatore, conquistarono l' Inghilterra. 
Guglielmo fu il vero fondatore della monarchia inglese. Limitò il potere della nobiltà feudale e impose effettivamente la sua sovranità sull' isola, creò un corpo di funzionari pubblici, gli sceriffi, che amministravano le contee in nome del sovrano. 
Quando la dinastia normanna si estinse la corona passò a Enrico II Plantageneto. Enrico controllava in territorio francese le Normandia, le contee dell' Angiò e del Maine, e il ducato di Acquitania. Controllava quindi il trono inglese  e circa metà della Francia.
In Inghilterra rafforzò l' organizzazione burocratica dello stato e cercò di sottomettere la Chiesa.
La politica di Enrico suscitò la reazione della nobiltà laica ed ecclesiastica, ma le rivolte vennero represse con durezza.
Più deboli risultarono i suoi eredi Riccardo Cuor di Leone e Giovanni Senza Terra. Re Giovanni per rispondere all' offensiva del re francese Filippo Augusto cercò la protezione del papa, ma la sconfitta militare di Bouvines indebolì il sovrano inglese dal punto di vista della forza di prestigio. I nobili approfittarono della situazione per discutere dei diritti che regolavano il rapporto tra signore e vassalli. Fu concessa la Magna Carta con cui il potere del sovrano veniva limitato e nessuna nuova tassa poteva essere imposta senza l' approvazione del parlamento.

- La guerra delle Due Rose 
Una crisi dinastica che seguì la guerra dei cent' anni provocò la guerra delle Due Rose, tra Lancaster e York due famiglie della dinastia dei Plantageneti. Fu una violenta guerra civile che si concluse con l' affermazione di una nuova dinastia, i Tudor, che regnò fino al 1603.

- L' organizzazione dello stato
Con Enrico VII iniziò in Inghilterra un periodo di stabilità dinastica. Il nuovo sovrano si dedicò a rafforzare il potere della corona favorito dal fatto che l' Inghilterra era un' isola. L' isolamento dell' Inghilterra dalla politica internazionale consentì di risparmiare le enormi spese per organizzare un esercito permanente. Enrico VII impose il potere della monarchia per mezzo di un' apparato burocratico. La monarchia si sforzò di risaldare
il proprio controllo sulla società mediante una serie di misure.

IL CASO SPAGNOLO

- La monarchia spagnola
Tra il 1000 e il 1492 il territorio iberico, occupato dagli arabi, ritornò in mano cristiana. Già dal 1212 gli arabi conservavano solo Granada. Il resto del territorio era diviso in 4 regni: Aragona, Castiglia, Navarra e Portogallo. Aragona controllava le Baleari, la Sicilia, la Sardegna e il regno di Napoli. Nel 1469 il matrimonio di Isabella di Castiglia e Ferdinando d' Aragona portò all'unificazione della Spagna. La monarchia si rafforzò dotandosi di un'apparato burocratico e di un esercito permanente, ma il suo tratto più caratteristico fu la forte impronta cattolica.

- Il paradosso spagnolo
La spagna condusse una politica di forte intolleranza religiosa grazie anche all' operato della Santa Inquisizione. Ciò produsse unità ideologica, ma determinò persecuzioni e gravi conseguenze economiche;
Ebrei e Mori erano i ceti più produttivi, ma l' intolleranza nei loro confronti portò gli spagnoli a considerare l' attività lavorativa un disonore e ad assumere come modello l' aristocrazia parassitaria. La capacità produttiva  del paese si immiserì .

L' IMPERO E LA FRONTIERA ORIENTALE

- La debolezza dell' impero
Secondo la concezione medievale, la sovranità del re era limitata a un territorio, mentre il potere dell' imperatore era universale. Fin dal Trecento, però, nessun re riconobbe più la superiorità del potere imperiale, il cui dominio si ridusse alla sola Germania. Dal 1437 il titolo imperiale appartenne agli Asburgo, che però non riuscirono ad assoggettare la nobiltà e rafforzare lo stato centrale.

- L' impero ottomano
L'impero dei turchi ottomani dall' Asia minore si espanse fino ad occupare, nel 1453, Costantinopoli. Nel 1521 i Turchi giunsero nella Penisola balcanica, ai confini dell' impero asburgico.

- L' espansione mongola
Nel XIII secolo i Mongoli, una popolazione dell' Asia centrale, iniziarono un' espansione che li portò a controllare buona parte dell' Asia e parte dell' Europa orientale e del Medio Oriente. L' espansione degli imperi islamici venne percepita dai cristiani come una minaccia.

- Mosca, la Terza Roma
Anche l' area russa fu occupata dai Mongoli, ma : la Chiesa russa sopravvisse e dopo il crollo di Costantinopoli divenne il punto di riferimento del cristianesimo ortodosso. Mosca si propose così come la Terza Roma ; il principato di Mosca dal XIV iniziò ad espandersi. Ivan III il Grande, assunto il titolo di zar di tutte le Russie, trasformò il principato in uno stato unitario, nazionale, accentrato e autocratico. La Chiesa ortodossa divenne Chiesa nazionale.