domenica 27 ottobre 2013

L'EUROPA E L'ANTICO REGIME

L'ANTICO REGIME 

cos'è l' antico regime ?

Con l'espressione antico regime si intende il tipo di società  che , dal XIV  al  XIX secolo, caratterizzò l'Europa . Coniato dai rivoluzionari francesi , l'espressione si riferisce al sistema che essi volevano abbattere. Dunque con antico regime  si indica la società francese nel suo complesso , caratterizzata :
-dall'autorità di un sovrano assoluto alleato con una Chiesa intollerante ;
-dal diritto fondato sulle diseguaglianze di nascita , che tutelava i privilegi della nobiltà e del clero e non                     riconosceva il valore del merito e della riconoscenza.
-da un ordinamento oppressivo che imponeva ai contadini le servitù personali e che in generale le schiacciava        
 i sudditi sotto il peso delle tasse .

Tra il 1300 e 1700 la popolazione aumenta solo del trenta percento  portando stabilità demografica .
Questa stabilità è causata dal'alternarsi di fasi di crescita e crisi , l'aumento della popolazione è contrastata da catastrofi demografiche (guerre, carestie ed epidemie ) e causata dal matrimonio tardivo che riduceva il periodo dell.unione feconda e quindi il numero delle nascite.

La società era estremamente giovane e questo era dovuto alla breve durata della vita media causata dalle pessime condizioni igienico sanitarie, fame, malattie e lavoro che rendevano estremamente limitata la durata media della vita ( 34 anni per le donne e 28 per i maschi) particolarmente elevata era la mortalità infantile.

Una società rurale 

L'antico regime era una società rurale circa l'85 per cento della popolazione viveva in campagna e l'agricoltura deteneva una assoluta centralità produttiva. Il vincolo dell'economia era costituito dalla disponibilità di terra.L'unico modo per aumentare le risorse fu dunque quello di ampliare la superficie coltivata le rese agricole danno un'immagine estremamente chiara della bassa produttività del lavoro.
La scarsa produttività del lavoro consentiva a una limitatissima quota della popolazione di vivere del lavoro altrui, anche i vecchi i bambini e le donne si sottoponevano a giornate lavorative.
Il peso dell'industria era marginale, rappresentata dalla bottega artigiana o dal lavoro a domicilio. Le grandi imprese erano poche controllate dallo Stato o dai finanzieri che spesso acquisivano le loro fortune con il commercio a grande distanza. Proprio in questi settori però andava formandosi l'economia moderna.



Durante l'antico regime l'immobilità dei villaggi rurali si contrappose alla vitalità delle città. La lentezza dei messi di trasporto ingigantiva le distanze isolando le comunità rurali le quali rimanevano estranee alle innovazioni economiche e sociali. I villaggi cercavano l'autosufficienza affidandosi all'autoconsumo e al baratto. Le città ospitavano una percentuale minima della popolazione tuttavia al loro interno si trovavano i centri di controllo delle più  importanti funzioni politiche economiche culturali e militari. Maturarono le innovazioni economiche e sociali  che segnarono il passaggio all'età contemporanea


LE GERARCHIE SOCIALI

Ciò che caratterizzava la società dell'antico regime era il non riconoscimento del principio dell'uguaglianza giuridica. La legge sanciva formalmente i privilegi che suddividevano la società in ordini.
La società era divisa in tre ordini : il primo il clero che doveva pregare per la società e amministrare il culto divino. Il secondo era la nobiltà che aveva il compito di garantire la difesa attraverso l'esercito delle armi e il terzo che comprendeva il resto della popolazione doveva lavorare per garantire all'intera comunità i mezzi di sussistenza.






La nobiltà deteneva il primato sociale la sua potenza  era fondata sul controllo della terra. Al nobile era vietato lavorare e commerciare e doveva vivere delle rendite senza curarsi del denaro ciò portò molti nobili alla rovina questi però continuavano a godere dei privilegi.














La borghesia doveva la sua fortuna agli affari e alle professioni liberali. e i suoi ideali erano legati allo spirito di profitto all'imprenditorialità alla dedizione professionale e alla gestione del patrimonio.







LO STATO

Tra il dodicesimo e il quindicesimo secolo il potere sovrano fu subordinato al rispetto dei privilegi degli ordini  e le monarchie feudali erano caratterizzate da un contratto tra sovrano e società il clero, la nobiltà e il terzo stato accettavano di sottomettersi alla volontà del re. Il re era una specie di supremo magistrato e non poteva introdurre nessuna innovazione di rilievo senz ail consenso dei sudditi successivamente però i sovrani rigettarono questo ruolo e rivendicarono il potere assoluto ( che significa ab solutus cioè. sciolto dal rispetto della legge). L'assolutismo significò che il re si rifiutava di essere solo garante di diritti acquisiti e pretendeva di essere il principio di ogni legalità respinse quindi la formula medievale " la legge fa il re" (è la legge a limitare e fondare il potere del sovrano) e adottò la legge assolutistica "il re fa la legge". La monarchia assoluta si affermò in Europa dopo la guerra dei trenta anni e fu la forma di stato tipica dell'antico regime.

La rivoluzione francese contrastava questa concezione affermando che la sovranità deriva dall'insieme di individui che formano la nazione.


APPROFONDIMENTO:


Il Re Sole e l'assolutismo
L'Immagine di un dio


Il dio sole (o divinità solare), è una divinità che rappresenta il sole o un suo aspetto. Persone ne hanno continuato il culto per tutta la storia, tanto che molte credenze sono sorte attorno a questo culto. Il culto del sole originò probabilmente l'enoteismo e in ultima analisi il monoteismo.

Luigi XIV, lo Stato sono io
Con l’eccezione della monarchia costituzionale inglese e di alcune repubbliche, la forma politica prevalente nell’Europa dell’Antico Regime fu la monarchia assoluta. Tuttavia, il potere dei monarchi non fu mai veramente assoluto, perché rimase soggetto a leggi e consuetudini e perché spesso oggetto di contrattato con corpi intermedi (stati, diete, parlamenti, città) che rappresentavano gli interessi dei diversi ceti.
La Francia di Luigi XIV è considerata per antonomasia il modello di assolutismo realizzato. La politica del sovrano è accentrata nel rafforzamento dello Stato e del potere personale del Re. Entrambi gli obbiettivi erano identificati l’uno con l’altro. “Lo stato sono io” era solito ripetere il Re Sole. La natura del potere del sovrano derivava direttamente da Dio, Dio solo aveva la facoltà di giudicarlo, i sudditi erano obbligati ad obbedire.

Politica interna
  • Affermare il potere sovrano sopra ogni altro
  • centralizzazione del potere nella figura del Re
  • centralismo amministrativo (intendenti)
  • censura e polizia
  • mecenatismo
  • controllo sulla grande aristocrazia
Luigi XIV si circondò di una stretta cerchia di consiglieri alle sue dipendenze, scelti per il proprio merito e spesso appartenerti ai ranghi della borghesia. Tra questi assunse un ruolo via via sempre maggiore Jean Baptiste Colbert, i cui incarichi spaziavano dalle finanze alle opere edilizie. Contro gli oppositori del regime monarchico si dotò di un corpo di polizia, incurante dei diritti giuridici delle persone.
E’ reintrodotto il corpo degli Intendenti, allora creato da Richelieu. Un corpo di funzionari il cui compito era controllare l’operato degli addetti all’amministrazione, del Parlamento di Parigi, dei capi militari e dei governatori delle Province.
La nobiltà di spada e di sangue è obbligata a presiedere a corte, nel lusso della Reggia di Versailles. Versailles fu la massima espressione di Mecenatismo di un sovrano. Il sovrano si circondo di scienziati e personaggi di cultura. Nascono le prime accademie in tutto il territorio francese.
Le grandi famiglie aristocratiche sono costrette a rinunciare a molte delle proprie prerogative politiche. Cominciò così a delinearsi quel centralismo politico e amministrativo che rappresenta ancor oggi un tratto peculiare del sistema istituzionale francese.
Politica religiosa
  • Garantire l’uniformità religiosa all’interno dello Stato
  • repressione del Giansenismo
  • revoca dell’editto di Nantes e persecuzione degli Ugonotti
  • supremazia del sovrano sulla Chiesa francese, autonoma da Roma (gallicanesimo)


Un punto cardine della politica di Luigi XIV è incentrato sulla religione. Il clima di tolleranza religiosa garantito con la pace di Nantes da Enrico IV nei confronti degli ugonotti (calvinisti francesi) durò ben poco. Luigi XIV si mosse nella direzione opposta, mirando ad uniformare il paese sotto un’unica religione: la religione cattolica. Si impegna nel perseguire tre obbiettivi principali:
  • lo sradicamento del giansenismo Il Giansenismo è un movimento che prende piede nella Francia del primo Settecento dalle parole di Giansenio. Predica il valore del culto interiore, privato degli sfarzi e dei giochi di potere del cattolicesimo.L’uomo nasce corrotto ed è quindi destinato ad agire nel male; senza la grazia di Dio l’uomo può solo che peccare. La Bolla Unigenitus, emanata dal Papa su richiesta dei Gesuiti e dello stesso Luigi XIV, danneggia gravemente l’ordine religioso.
  • l’estirpazione del calvinismo ugonotto Gli Ugonotti rappresentavano il principale ostacolo all’uniformità religiosa in Francia. Luigi XIV per convincere gli Ugonotti a convertirsi utilizzo mezzi spesso discutibili, come la privazione ad aderire a cariche pubbliche, la corruzione con somme in denaro e le minacce con i soldati. Quando la persecuzione dei calvinisti è ufficializzata con l’editto di Fantainbleau che revoca l’editto di Nantes, in molti abbandonarono il Paese, malgrado il divieto, causando così numerosi posti vacanti.
  • l’affermazione dello Stato sulla Chiesa La chiesa gallicana – francese –  riconosceva al sovrano il diritto di controllare la Chiesa francese attraverso l’elezione dei Vescovi. Tale presa di posizione incontrò una forte opposizione del Papa Innocenzo XI. Lo scontro tra le sue massime autorità temporale e politica trovò sfogo nella Dichiarazione dei 4 Articoli, che ribadiva il diritto della nomina dei vescovi da parte del Sovrano. Solo formalmente i legami tra il Papa e la chiesa gallicana furono rinsaldati.


Politica economica
  • Accrescere la ricchezza nazionale (mercantilismo)
  • riduzione delle importazioni
  • sviluppo delle esportazioni
  • sviluppo della flotta commerciale
  • controllo pubblico sulla produzione manifatturiera
In campo economico, Luigi XIV sostenuto da Colbert, promosse un’economia  di tendenza mercantilistica. Scoraggia l’importazione di merci provenienti dall’estero e viceversa accentuo la produzione industriale nazionale, soprattuto nel campo degli articoli di lusso. Migliorò il sistema della raccolta fiscale, allora in appalto a cittadini privati detti appaltatori, per scoraggiare l’evasione fiscale.
Politica estera
  • espandere la Francia in Europa e in campo coloniale
  • rafforzamento dell’esercito
  • rete di piazzeforti
  • sviluppo della marina militare
  • guerre di egemonia
  • controllo sulla grande aristocrazia
La politica estera e militare intrapresa dal sovrano portò con se una intensa e dispendiosa opera di rafforzamento militare che verteva nei seguenti seguenti punti:
allargare i confini dello stato ed imporre la propria supremazia in Europa
rafforzare la presenza francese in campo coloniale e nei commerci mondiali
Ai confini della Francia fu costruita una fitta rete di Piazzeforti, la flotta navale e l’esercito furono ampliati.
La Francia dopo la morte di Luigi XIV La Francia alla morte del grande sovrano appariva come  una grande potenza economica e militare, con un governo forte ed accentrato; ma gravi erano anche i suoi problemi. Le rivolte delle masse popolari e l’inarrestabile dilatazione del debito pubblico sono solo alcune delle condizioni che porteranno la Francia alla rivoluzione del fine settecento.



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